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oliò la malizia della conscienza non lo abbandona

mai. E tuttoché alcuno che male faccia scampi del giudicio degli uomini, egli non scamperà del giudicio di sua conscienza, che a sé ’ nullo può celare quello eh’ egli cela agli altri. Egli sa bene che egli fa male: e cade sopra lui doppia sentenza: r una in questo secolo della sua conscienza, e l’altra in quello ^ della eternale pena. E però dice Isidoro \ che la intenzione dell’opere è occhio^ e lucerna dell’ uomo. Che se la intenzione dell’opera ^ buona, certo è l’opera buona: ma le opere delle malvagie intenzioni, non possono essere se non rie ^ già sia ciò ch’elle paiono buone, però che ciascuno ^ giudicato buono o reo, secondo che è sua intenzione. Quelli che, fanno buone opere con rei *

1) Mutato lui, in se, col t: a soi ne puet nus hom celer ce que il cele as autres.

2) Aggiunto in quello della, col t: en celui don perpétuel torment.

3) Corretto io dico, in dice Isidoro, col t: dit Tsidores. A) Aggiunto occhio e lucerna, col t; oil et lumiere.

5) Ommes.so il punto prima di già, e continuato il periodo conforme al t.

6) Corretto buone opere o rie, loro intendimenti, in buone opere con rei intendimenti, col senso, meglio chiarito nel periodo che segue, e col t: bones oevres ou (colle varianti di un codice, ed acocc, di due codici) mauvais entedement.