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78 JACOPONE DA TODI

Tutto el mondo ueggio conquassato32
     & precipitando ua en ruina;
     como l’omo che è enfrenetecato,
     al qual non può hom dar medicina,
     li medici sì l’anno desperato,36
     ché non glie gioua encanto né doctrina,
     uedemolo en extremo lauorare.
Tutta la gente uegio ch’è signata
     del caracte de l’antiquo serpente;40
     & en tre parte l’ane diuisata;
     chi campa d’uno, l’altro el fa dolente;
     l’auaritia nello campo è entrata,
     fact’à sconficta & morta molta gente,44
     & pochi son che uogliano restare.
Se alcun ne campa d’esta enfronta,
     metteglie lo dado del sapere;
     enfia la scientia, en alto monta,48
     uilipende gli altri & sé tenere;
     a l’altra gente le peccata conta,
     li suoi porta drieto a non uedere,
     uoglion dir molto & niente fare.52
Quigli pochi che ne son campati
     de questi doi legami dolorosi,
     en altro laccio sì gli àn cathenati;
     de fare signi sì son desiosi,56
     far miracoli, render sanetati,
     de rapti & prophetie son golosi;
     se alchun ne campa, sì pò Dio laudare.
Àrmate, homo, che se passa l’ora60
     che possi campare di questa morte;
     ché nulla ne fo ancora sì dura
     né altra ne sarà giamai sì forte;
     gli sancti n’àber molto gran paura64
     de uenir a prendere queste scorte;
     d’essere securo stolto me pare.


Como la uerità piange de la bontà morta.          .li.


     LA ueritate piange,       ch’è morta la bontade;
     et mostra le contrade       là ue è uulnerata.
La uerità enuita       tutte le creature
     che uengano al corrocto       ch’è de tanto dolure;4
     cielo, terra et mare,       aere, foco & calure
     fanno grande romure       de sta cosa scontrata.