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Pagina:Laude (Roma 1910).djvu/171

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LAVDA .LXXXXI. 149

     dirize cose torte,       oscuro fai chiarito.
     Tanto fai core unito       en diuina amistanza,
     non c’è dissimiglianza       de contradir chi ha amore.176
Tanta è tua sutiglieza,       che omne cosa sì passi
     et sotto te sì lassi       defecto remanere.
     Con tanta legereza       a la ueritate passi,
     che già non te rabassi       po te colpa uedere.180
     Sempre tu fai gaudere,       tanto sè concordata,
     et, uerità portata,       nullo senti dolore.
Piacere & dispiacere       fuor da te l’ài gettato,
     en Dio sè collocato       piacer ciò che gli piace.184
     Volere & non uolere       en te si è anegato,
     desiderio remortato,       però hai sempre pace.
     Questa è tal fornace       che purga & non incende,
     a la qual non se defende       né freddo né calore.188
Merito non procacci,       ma merito sempre troui,5
     lume con doni nuoui       gli quali non ademandi.
     Se prendi, tanto abracci       che non te ne remoui
     et gioie sempre troui       oue tutta despandi.192
     Tu curri se non andi,       sali, co più descendi,
     quanto più dai, sì prendi,       possedi el Creatore.
Possedi posseduta,       en tanta unione
     non c’è diuisione       che te da lui retragga.196
     Tu beui & sè beuuta       en trasformatione;
     da tal perfectione       non è chi te distragga.
     Onde sua man contragga,       non uolendo più dare,
     già non si può trouare;       tu sè donna & signore.200
Tu hai passata morte,       sè posta en uera uita,
     né non temi ferita       né cosa che t’offenda.
     Nulla cosa t’è forte,       da te po t’èi partita,
     en Dio stai enfinita,       non è chi te contenda.204
     Già non è chi t’entenda,       ueggia co sè formata,
     se non chi t’à leuata       et è de te factore.
Tua profonda basseza       sì alto è sublimata,
     en sedia collocata       con Dio sempre regnare.208
     En quella somma alteza       en tanto s’è abyssata,
     che già non è trouata       et en s’è non appare.
     Et questo è tal montare       onde scendi, e salire,
     chi non l’à per sentire,       già non è entendetore.212
Riccheza che possedi       quando hai tutto perduto,
     già non fo mai ueduto       questo simel baratto;
     O luce, che concedi       defecto essere aiuto,
     hauendo posseduto       uirtù fuor de suo acto,216
     Questo è nouel contracto6       oue uita s’enferma,7
     enfermando se ferma,8       cade et cresce en uigore.