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XIV PREFAZIONE

fiorentina del 1490 sembra discostarsi dalle particolari caratteristiche del dialetto tudertino.

Ed ora brevi cenni intorno al metodo seguìto nella presente ristampa. Potrei anzi limitarmi a dire che l’unica novità essenziale da me introdotta in confronto dell’edizione principe sia l’interpunzione; la quale, là dove ricorrono passi controversi ed irti di difficoltà, potrebbe ritenersi come una prima proposta d’interpretazione. Gli studiosi non me ne vorranno per questo; togliendo via quei pochi segni che rappresentano un’opinione personalissima e fin troppo discutibile, essi si troveranno in grado di procedere nell’esame critico di questo testo, come farebbero direttamente sull’edizione bonaccorsiana. Per seguire l’uso ormai invalso nelle edizioni di testi analoghi, e per rendere più evidente la struttura metrica delle singole strofe, furono abbinati i versi brevi e introdotte le maiuscole agli inizj di ogni stanza; conservata invece fedelmente la grafìa e aggiunta la numerazione dei versi. Il Bonaccorsi aveva già provveduto a raccogliere in una tavola gli errori di stampa e alcune di quelle varianti che gli parvero avere qualche importanza per l’intelligenza dei passi più difficili; gli errori, naturalmente, io corressi e le varianti con le relative osservazioni di quell’editore raccolsi in un elenco a parte. Anche la Tavola delle laude secondo l’ordine del libro e il loro Repertorio per ordine alfabetico, così utili pei confronti con altri laudarj, compilai sulla scorta dell’edizione fiorentina. In un Prospetto grammaticale raccolsi tutte le parole che nell’ordine dei fenomeni fonetici e morfologici mi parvero offrire qualche interesse, avendo cura di distinguere quelle in rima dalle altre nelle quali poterono più agevolmente introdursi le alterazioni. Compilai infine un Lessico per il quale tenni presente il melius abundare; ed ivi si troveranno no-