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Pagina:Lavitafiorentina00imbe.djvu/14

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viii Al lettore.

in parrucca, e con le dame in parrucchino, mi vedevo dintorno una folla di servitori con isfarzose livree e di uomini neri , cioè di braccieri vestiti di nero. Tali visioni di erudito dilettante vorrei, se sapessi, ritrarre in queste pagine, e rendere gli aspetti principali della Firenze del Seicento. Ho detto principali; ché la vita di un popolo è così molteplice e varia, che riesce ben difficile il descriverla in ogni sua parte. Io mi propongo di abbozzare un quadro, che altri forse un giorno colorirà e finirà meglio di me, e di delinearvi la società fiorentina del secolo XVII, e principalmente quella de’ tempi di Ferdinando II, il cui principato non fu del tutto privo di splendore.

Questo libro è adunque un saggio nello stretto senso della parola. La vastità e difficoltà del soggetto varranno, spero, a render più mite il giudizio del pubbico sull'opera mia; la quale, se troverà favorevole accoglienza, in una seconda edizione sarà corretta de’ difetti, che mi siano cortesemente additati, e forse accresciuta.

Delle fonti da cui ho attinto farò cenno nel capitolo primo; qui non voglio tacere, che ho creduto utile relegare in appendice le note bibliografiche, le quali solo a pochi possono importare. Mi è sembrato anche opportuno riprodurre tre piante di Firenze del secolo XVII e alcune pregevoli incisioni in rame pure contemporanee, la maggior parte rappresentanti feste e spettacoli d’allora.

Prima di far punto, a’ miei buoni amici di Firenze, che scorreranno queste pagine, invio di lontano un saluto pieno di dolci ricordi.

G. I.
Catania, ottobre 1905.