Pagina:Le Istorie Trentine in compendio ristrette 1847.djvu/23

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questo, che ragion ne dice esser potuto e dovuto farsi, noi interroghiamo l'Istoria, essa ne dice come sopra notai, che veramente già in lontanissimi tempi l’intera valle del Danubio, e la Svizzera, e le Gallie erano abitate da venuti dall'Asia per terra popoli Celti, una parte de' quali erano passati fin in quella porzione della Spagna che è bagnata dall’Ebro, anticamente Ibero, e per distinguersi dagli altri si chiamarono Celti iberi. Che poi anche bande o tribù di Celti venuti nelle Alpi siensi innoltrate bene innanzi nel bello Paese, Plinio e Solino, ce ne danno assicurazione insegnandoci che gli Umbri possessori d’una parte dell'Italia di mezzo e prossimi ai Tusci, erano Celti stabilitisi colà prima, si noti bene, prima che vi giungessero i navigatori Pelasgi partitisi dalla Grecia. Se ricordando tutto questo, e insieme il detto più sopra, voi, senza negare che anche altri popoli scesero dalle Alpi in Italia, sosterrete che i primi Rezii furono di origine Celti, e che pur d'essi alcuni calarono a popolare l'Italia, nessuno potrà con buone ragioni dimostrarvi che siete in inganno.

Ma se i Rezii, e tra questi primi i Trentini, scesero giù a popolare parte d'Italia, che avvenne poi della Rezia! Rimase ella di nuovo deserta? Che per alcuni secoli restasse poco popolata, almeno d’inverno, si può credere tanto più perché molta parte del paese era ancora selvaggia. Deesi però osservare che tra' monti gli uomini si moltiplicano più che ne' piani, di che si hanno dalle Istorie le prove di fatto. Le pianure ebbero quasi dappertutto e sempre i loro abitatori dalle montagne.