Pagina:Le Istorie Trentine in compendio ristrette 1847.djvu/47

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gionatonon sarebbe l'Istoria piena di favole, non sarebbonsi potute accreditare per verità le arbitrarie invenzioni, le menzogne.

Ma il popolo, si dice, non conosce né pure per nome gli Autori che gli si citano, ma esso non sa ragionare. Io non scrissi né scrivo pel solo Popolo, ma sì principalmente per la Gioventù che si dedica agli studii. Questa conosce, o può presto venire a conoscere gli Scrittori tutti de' quali si riportano le autorità, e dee per tempo assuefarsi a far uso della critica, a ben ragionare. Il Popolo poi (ed io spiegai più volte nella prefazione quali sieno quelli e quelle che io giudico esser popolo) può facilmente ancor esso farsi dire dai Dotti chi fossero e qual fede meritino i citati Scrittori: e quanto all'intendere i brevi ragionamenti, un poco di riflessione a chi ha buon senso è bastante.

Questo ho dovuto spiegare per giustificar la regola che mi credetti e mi credo in debito di seguire nello scrivere d'Istoria. Se qualche amico, o chiunque altro amante della Patria, scostandosi dal costume invalso tra noi di tacere per non curanza o per timore di offendere, mi farà avvertito di errori o mancanze, io gli sarò molto grato, e correggerò, e supplirò. Forse in tal modo giungeremo insieme a dare delle nostre Istorie un compendio meno imperfetto che sia possibile.