Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/133

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libro secondo 125

Di chi ha la mente
Ottenebrata,
I sensi tutti sono ottenebrati;
Quando è da nubi
Coperto il sole,
Restano i raggi suoi tutti velati.
I sapïenti dissero
Che la mente han tranquilla,
Felicità consistere
La dove alcuno toglia
Ogni brama, ogni voglia.
Non per ricchezze svellere
Si posson voglie o brame,
Nè sete si può spegnere
Da chi si sta rasente
A un focolare ardente.
Censuran cose
Incensurabili
E lodan cose
Illaüdabili
In voci altissime.


Oh! che non fanno,
Che non fan gli uomini,
A far denari
Quando si stanno?
Ricchezze disïar qual per costume
Ruoli frutto non apporta a chi desia;

Meglio lungi restar dalla lordura
Che averla con sue mani a spazzar via.

Pari al donar magnifico
Non è quaggiù dovizia;
Non v’ha nemico simile
A sordida avarizia;
Fregio non è che nobile
Alma possa uguagliar,
Nè altro è tesor, del proprio
Se alcun si può appagar.
Di povertà non è più tristo aspetto
Di quando scemi d’alcuno l’onore;

Siva, che altro non ha che un vecchio bue,
Di tutti i numi è pur sempre il signore1.


A che dunque ti vai tu tanto affliggendo?


Cade una volta
Saggio che falla,
Come da giuoco
Cade una palla;


Cade uno stolido
E giù stramazza
Come di mota
Lurida guazza.


Così adunque pensando, o caro, devi appagarti del tuo stato. — Il corvo, come ebbe udito il discorso di Mantaraca, disse: O caro, ciò che Mantaraca ha detto, tu devi tenere a mente. Intanto, giustamente si suol dire:


Agevolmente, o re, gente si trova
Che ognor favella di cose piacenti;

Parlatore o uditor non si ritrova
Di spiacevoli cose, anche se urgenti.

Quei che favellano
Cose spiacevoli,


Ma giuste e proprie,
Amici diconsi
Veracemente;
Gli altri, al contrario,
D’amici il nome
Han solamente. —


Intanto ch’essi parlavano così fra loro, una gazzella di nome Citranga, spaventata dai cacciatori, capitò presso quello stagno. Vedendola venir tutta turbata, Lagupatanaca sali sopra un albero, Hiraniaca si cacciò in un canneto e Mantaraca si gettò nell’acqua; ma Lagupatanaca, quand’ebbe riconosciuto che quella era un gazzella, disse a Mantaraca: Vieni, vieni, amico Mantaraca! E una gazzella che, arsa dalla sete, è venuta allo stagno! È lei che gridava, non già alcun uomo. — Udendo cotesto, Mantaraca così

  1. Il dio Siva è dio molto liberale e donatore, e si contenta di un vecchio toro per cavalcatura.