Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/180

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172 novelle indiane di visnusarma

Di Drupàda la fanciulla1
Là, de’ Matsi nell’ostello,


A tritar fiori di sandalo
Non si addusse col pestello? —


Megavarna disse: Padre mio, cotesto star coi nemici penso che sia come osservare il voto della più austera castità. — E l’altro disse: O signore, tale è appunto. Ma intanto io non ho veduto in alcun altro luogo turba simile di sciocchi nè altro saggio e accorto fuori di Itactacsa, molto prudente e d’incomparabile sapienza in ogni dottrina, perchè appunto da lui solo è stato indovinato il mio disegno quale era veramente. Invece, quegli altri gran sciocconi che erano i ministri, vivevano soltanto col nome di ministri e non capivano nulla della verità, essi, che non ebbero punto inteso il mio disegno. Perchè


Dalla parte del nemico
Un ministro disertore
Che sol cerchi di star teco,
È spacciato traditore,
E perchè dal dover suo
Così volle disertar,
Pronto sempre alle tue offese,
Tu lo devi reputar.
Andando, mangiando,
Giacendo, sedendo,
Bevendo, curando
Tutt’altre faccende,


Perchè non attende
Se caso di lui
Alcun fa o non fa,
Nel proprio nemico
A urtar sempre va
Il proprio nemico.
Però con tutta cura il sapïente
Del triplice suo ben2 guardi la casa
E sè medesmo attento guardi. Allora
Perduto egli sarà quando in tal cura
Inerte egli si mostri e negligente.


Ora, anche questo si suol dir giustamente:


Chi mai non crucciano
Le malattie
Quando si mangiano
Sostanze rie?
A chi non toccano
Danni e sinistri
Allor che stolidi
Sono i ministri?
Chi non inuzzola
La lieta sorte?
Chi non fa vittima
Quaggiù la morte?
Chi non rovinano
Gli affari quando
D’essi le femmine
Si van curando?


Va3 d’uom troppo avido
Gloria ed onore;
Va l’amicizia
Del traditore;
La casa perdesi
D’uom che fallì;
Perde il carattere
Chi troppo ambì;
Perde scïenza
L’uomo avventato,
E il lieto vivere
Lo sventurato;
Il regno perdesi
Sempre da un re,
Ministri stolidi
C’ha intorno a sè.

  1. Draupadi, la sposa dei Pandhuidi.
  2. I tre beni: il buono, il gradevole, l’utile (Cappeller, Sanslcrit- Worterbuch).
  3. Va in rovina, perisce.