Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/29

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libro primo 21

Per ministri sapïenti,
Veritieri, integri, attenti,
Si sostien la monarchia
Come tiensi una magione
Su colonne salde e buone.


Morbi in curar letiferi,
Cose in unir diverse,
Di consiglieri e medici
La sapïenza emerse.
Ma, se ben sta la gente,
Chi non è sapiente? —

Damanaca allora, fattogli un inchino, intanto che andava da Sangivaca, pensava con gioia: Oh! ecco che il nostro signore è propenso a me col favor suo! Egli ora si governa secondo la volontà e la parola mia. Ora, non c’è alcuno più felice di me. Perchè è stato detto:


Ambrosia, in stagion fredda, un fuoco

[ardente;

Ambrosia, riveder la dolce amante;

Ambrosia, aver la stima d’un regnante;
Ambrosia, conversar col sapiente. —


Così adunque, essendo venuto presso di Sangivaca, gli disse con deferenza: Amico, nostro signore da me è stato ben disposto al tuo riguardo; anzi ti è stata data la promessa di un salvacondotto. Vieni, perciò, con me senza alcun timore. Solanto, poichè tu hai avuto il favore del re, ti devi governare in tutta concordia con me, e punto punto comportarti con superbia per il tuo alto grado. Io pure, andando d’accordo con te, come avrò preso il posto mio di ministro, sosterrò tutto il peso della cura del regno. Come ciò si faccia, da noi due si potrà godere la felicità del regnare, poichè:


Vien ricchezza degli uomini in potere
Per l’arte della caccia.

Ecco! a guisa di fiere,
L’un d’essi incita l’altro, e l’altro ammazza!


E poi:


Chi per superbo vampo
Ai grandi, ai medi, agl’infimi non rende

Il lor dovuto onore,


Come Dantila, di suo grado scende,
Ben che onorato assai dal suo signore. —


Sangivaca disse: Come ciò? — E l’altro disse:

Racconto. — È quaggiù, sulla terra, una gran città di nome Vardamana. In essa abitava già un mercante d’ogni sorta di derrate, di nome Dantila, il primo dei maggiorenti di tutta la città; e perchè egli curava gli affari della città e gli affari del re, erano contenti tutti quei cittadini e il re ancora. Che più? Da nessuno non fu veduto nè udito mai uomo più destro! Intanto, anche ciò si dice egregiamente:


Quei che d’un prence l’interesse ha in

[cura,

Quaggiù viene in fastidio della gente;
Quei che ha in cura gli affari della gente,


Da prenci inonorato si trascura.
Grande essendo l’ostacolo ed eguale,
Difficile è a trovar chi sa accudire
Della gente agli affari e del suo sire!


Intanto, passato certo tempo, si fecero certe nozze di Dantila, e però, avendoli egli invitati con segni di onore, furon da lui convitati e donati di vesti e d’altro gli abitanti tutti della città e il re col suo seguito.