Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/53

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libro primo 45

alligatori, dagli orchi e dagli elefanti marini1, vi si recano da loro stessi. Ma qui, in questo stagno, i pesci se ne stanno senza darsi alcun pensiero, e io appunto vo piangendo perchè di essi non resterà nemmeno la semenza. — Il granchio allora, avendo udito tutto ciò, fece sapere agli altri pesci quelle parole della gru, e quelli tutti, con animo preso da terrore, cominciando dai pesci maggiori alle testuggini, andando dalla gru, così le domandarono: Mamma, c’è qualche modo per salvarci? — Disse la gru: Non lontano da questo stagno se ne trova un altro, grande, d’acque molte, ornato di foglie di loto, che, anche se non piove per ventiquattr’anni, non si asciugherà. Ora, se alcuno di voi mi monta sulla schiena, io lo porterò là. — I pesci allora, fidandosi di lei, gridando: Mamma! zia! sorella! io per il primo! io per il primo! — , la attorniarono da tutte le parti. Ma la malvagia, prendendoli per ordine uno ad uno sulla schiena, andando su d’una rupe piatta non lontana dallo stagno e traendoveli sopra, in disparte se li mangiava. Tornando poi di nuovo allo stagno, sempre ingannando la mente dei pesci con false novelle degli altri, si procacciava il suo nutrimento. Ma, un giorno, essa fu così dimandata dal granchio: Mamma, con me per la prima volta tu hai parlato con affetto. Perchè dunque mi abbandoni e meni via gli altri? Salva oggi almeno la vita mia! — Udendo cotesto, la malvagia così pensò: io son sazia di carni di pesci, e però oggi mi farò un manicaretto di questo granchio; — Dicendo allora: Suvvia! fatto salir il granchio sulla schiena, s’incamminò verso quella rupe da macello. Ma il granchio come vide da lontano la rupe che omai era un monte d’ossa, accortosi che quelle erano ossa di pesci, così domandò alla gru: Mamma, di quanto è ancora distante quello stagno? Sei tu stanca, dimmi, del mio peso? — Ma la sciocca gru pensando che il granchio fosse un pesce e credendo che non potesse vivere all’asciutto, sorridendo rispose: O granchio, dov’è mai quest’altro stagno? Il modo di sostentar la vita mia è questo; perciò accomandati pure al tuo dio protettore, che io, traendoti su quella rupe, voglio pur divorarti. — Ma, mentre essa così diceva, fu presa dal granchio con le branche nella parte molle del collo, bianca come uno stelo di loto, e uccisa. Il granchio allora, prendendo la testa della gru, adagio adagio se ne ritornò allo stagno. Tutti i pesci l’interrogarono: Ohè, granchio, perchè sei tu ritornato? E c’è qualche segno di buono augurio? E la mamma non è venuta con te? Perchè dunque s’indugia? Noi tutti siam qui bramosi con gli occhi su di te. — Avendo quelli così parlato, il granchio sorridendo rispose: Tutti quegli sciocchi pesci, ingannati da quella bugiarda che li ha tratti non lontano di qui su quella piatta rupe, sono stati divorati da lei. Io però che non era ancor destinato alla morte, conosciuto il disegno di lei, micidiale

  1. Incerta la traduzione di alcuni di questi nomi. Anche il Benfey (nota 239) dice d’aver tradotto per congettura.