Pagina:Le Novelle Indiane Di Visnusarma, UTET, 1896.djvu/59

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libro primo 51

Del resto, per qual mai eccellenza di virtù il re si tiene al fianco cotesto Sangivaca che n’è al tutto privo? Intanto, se tu, o signore, ti pensi che per esso potrai annientare i tuoi nemici, questo da lui non si potrà mai fare, perchè egli è un erbivoro mentre i nemici del re sono carnivori. Perchè adunque con l’aiuto di lui non saranno mai vinti i tuoi nemici, tu, dopo averlo riprovato, mandalo a morte. — Pingalaca disse:


Di tal di cui fu detto all’adunanza
Ch’egli è la virtù stessa.

Non si riveli nessuna mancanza
Da chi teme tradir la sua promessa.


D’altra parte, io, persuaso dalle tue parole, gli ho dato un salvacondotto. Come dunque potrei mandarlo a morte? Egli ci è tutto amico, nè io ho alcun corruccio contro di lui. Ora è stato detto:


Il nemico non merta di morire
Poi che ha raggiunto la felicità1.


Chi velenosa pianta fe’ fiorire,
Se la recide, ingiusta opra farà.


E poi:


Non si dee da principio il nostro affetto
Porre in ciascun che ci dimostri amore.

Ma, posto allor che sia, di giorno in giorno
Mostrar gli si dovrà sempre favore.


Se avvien che abbassi alcuno alcun mortale
Che prima sollevò, scorno produce.
Chi a terra piana sta, del cader mai
Dentro al suo cor temenza non induce.


E poi:


Qual pregio è mai
Di suo ben stare
Se alcun coi servi
Bene si sta?


Pur, riti coi servi
Bene si sta,
Saggio dai saggi
Si chiamerà.


Perciò, anche s’egli va macchinando insidie, io non gli devo fare alcun male. — Damanaca disse: O signore, non è questo costume di re che si tolleri chi va macchinando insidie. Perchè è stato detto:


Quei che il ministro suo non manda a

[morte

Che di beni l’uguaglia e di balia


E il suo debol conosce, astuto e forte,
E nel suo regno ha mezza signoria,
Da sè stesso procacciasi la morte.


Con questo, per quest’amicizia tua ogni consuetudine di re è stata da te abbandonata, onde, appunto perchè vengon meno le consuetudini tue, tutti i tuoi sudditi con l’animo si sono allontanati da te, perchè Sangivaca è un erbivoro e tu e i servi tuoi siete carnivori. Intanto, per il tuo comando del non uccidere gli erbivori, donde mai i tuoi potranno aver provvista di carni? Però tutti i tuoi cortigiani, mancando di carne, come ti avranno abbandonato, si disperderanno per la selva. Tu pure avrai il tuo malanno dalla compagnia di colui nè li ritornerà mai più come prima il talento di andare a caccia. Perchè è stato detto:


A quei servi ch’egli ha in cura,
A quei servi ond’è assistito


(Dubbio in ciò non fu sentito)
E l’uom si fa d’egual natura.

  1. Parole di Brahma agli Dei quand’essi, vessati dal demone Taraca, volevano farlo uccidere.