Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/187

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PIERACCIO TEDALDI



I


     Qualunque vôl saper fare un sonetto
E non fosse di ciò ben avvisato,
Se vuole esser di questo ammaestrato,
4Apra gli orecchi suoi all’intelletto.
     Aver vôl quattro piè l’esser diretto,
E con due mute essere ordinato,
Ed in parti quattordici appuntato,
8E di buona rettorica corretto.
     Undici silbe vuole ciascun punto;
E le rime perfette vuole avere;
11E con gentil vocabili congiunto;
     Dir bene alla proposta sua dovere;
E se chi dice sarà d’amor punto,
14Dirà più efficace il suo parere.

(Dalla Raccolta di Rime antiche di diversi autori toscani, ecc., del Corbinelli.)




II


     Il mondo vile è oggi a tal condotto
Che senno non ci vale o gentilezza,
Se non v’è misticata la ricchezza
4La qua! condisce e insala ogni buon cotto:
     E chi ci vive per l’altrui ridotto
Non è stimato, e ciaschedun lo sprezza,


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Rime di Cina da Pistoia e d’altri del sec. XIV.

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