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CINO DA PISTOIA



XLI


     Una gentil piacevol giovenella
Adorna vien d’angelica virtute
In compagnia di sì dolce salute,
Che qual la sente poi d’amor favella.
     Ella n’apparve agli occhi tanto bella,5
Che per entro un pensier al cor venute
Son parolette, che dal cor sentute
Han la vertù desta gioia novella:
     La quale ha preso sì la mente nostra
E covertata di sì dolce amore,10
Che la non può pensar se non di lei.
     Ecco come è soave il suo valore,
Che ne’ begli occhi apertamente mostra
Ch’aver doviam gran gioia di costei.




XLII


     Vedete, donne, bella creatura,
Com’sta tra voi maravigliosamente?
Vedeste mai così nova figura
O così savia giovine piacente?
     Ella per certo l’umana natura5
E tutte voi adorna similmente:
Ponete agli atti suoi piacenti cura,
Che fan maravigliar tutta la gente.
     Quanto potete, a prova, l’onorate.
Donne gentili; ch’ella voi onora,10
E di lei ’n ciascun loco si favella.
     Unquemai par si trovò nobiltate;
Ch’io veggio Amor visibil che l’adora,
E falle riverenza; sì è bella.




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