Pagina:Le Vicinie di Bergamo.djvu/25

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vicini porte (non parte) sancti Stephani1, e nel 1198 è ricordato certo Teutaldus Abandonatus de porta s. Laurentii civ. Pergami2; per il che, se propriamente noi non sappiamo per prove dirette, che l’esercito si formasse sulla base dei quartieri cittadini, che sulla stessa base si eleggessero gli ufficiali del Comune, si distribuissero le imposte, insomma si compiessero tutti i più importanti servizi pubblici, queste testimonianze però ce lo lasciano ammettere in via indiretta, ma non meno certa, in quanto che in questo primo periodo difficilmente potremmo immaginare in diversa guisa il manifestarsi della vita comunale.

Ma non è solo in quartieri che noi troviamo divisa la nostra città, sibbene anche in Viciniae o Vicinantiae. Il concetto dei vincoli derivanti dalla materiale contiguità delle abitazioni, che si svolge e s’allarga su quello delle cognazioni, delle affinità e delle amicizie3, e che crea una serie di attenenze fra quanti vi hanno parte, non può essere stato che di tutti i tempi e di tutti i luoghi in certi stadii della civiltà. Ma come dalla sua astrattezza questo concetto si tradusse in atto fin da principio, qua in un centro di allegri convegni o di religiose solennità, onde la vicinia4 ebbe i suoi ludi compitalicii, e compitum

  1. Lupi II, 1277.
  2. Pergam. in Bibl. n. 542. V. già nel 1148 Romano vecchio diviso in quattro Porte: populus trium portarum inferiorum conveniat ad plebem de Calzo — quarta porta superior vadat ad plebem de Gixalba (Lupi II, 1085); segno che anche ne’ luoghi minori, dove appena esistesse una cerchia murata, la divisione interna per porte si formava spontanea.
  3. Cicer. de Finib. 5. 23.
  4. Sueton. Octav. 30.