Pagina:Le Vicinie di Bergamo.djvu/60

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tato per quello di S. Pancrazio, dobbiamo ammetterlo anche per tutti gli altri, in quanto gli stessi paratici tenevano generalmente uguale costume1. Il suono della campana dava il segno ai Vicini di raccogliersi a trattare de’ loro affari. Quindi, a cagion d’esempio, nei conti di S. Pancrazio del 1285 troviamo dati den. 4 (L. 0,49) Laurentio pro labore quem habuit ad sonandum conscilium pro quatuor vicibus2 e così via. Queste adunanze generali erano dette: publica vicinancia ipsius Vicinancie more solito convocata et adunata3; ordinarie erano quelle dei primi giorni dell’anno per la generale sicurtà da prestarsi al Comune, e quelle degli ultimi per procedere alla elezione degli ufficiali. Nel corso dell’anno non vi erano per esse epoche fisse, ma le adunanze si tenevano ogni qualvolta la necessità lo esigeva4. Il Comune lasciava interamente libere queste adunanze, in quanto che non vi si poteva trattare che di affari, i quali direttamente od indirettamente Io interessassero; laonde vediamo che anche quando, sotto la veneta Repubblica, nella minaccia di una guerra le adunanze dei paratici non potevano aver luogo senza il permesso del Podestà, rispetto a quelle dei Vicinati era espressamente dichiarato, non essere necessario un tale consenso5.

Ogni Vicinia dovea certamente avere un proprio

  1. Imbrev. di P. Lanfr-Roca an. 1251 (Arch. Not.); Acta Vic. S. Pancr. I, qu. 3 e passim.
  2. Acta I, qu. 2.
  3. Acta I qu. 3 e sempre.
  4. Acta cit. passim.
  5. Stat. 1493, 2 c. 71 p. 393.