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Pagina:Le aquile della steppa.djvu/195

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La burana. 189

tamente potuto uscire da quelle tombe, pronte a rinserrarsi su di lui e per sempre.

Per dieci o quindici minuti i due turchestani lottarono disperatamente contro le raffiche, procedendo a casaccio, finchè una tromba di sabbia li investì.

Tabriz, che l’aveva scorta a tempo, aveva afferrato strettamente fra le possenti braccia il nipote del beg e si era gettato col viso contro terra, colla speranza di sfuggire all’assorbimento e anche all’asfissia.

Disgraziatamente la tromba era una delle più colossali e s’avanzava con tale impeto da sciogliere in un momento le dune che incontrava nella sua corsa vertiginosa.

I due uomini, quantunque strettamente avvinti, formassero un peso notevole, si sentirono come sradicare dal suolo, poi trarre in alto in un moto circolare velocissimo.

Quanto durò quella spaventevole corsa? Non lo seppero mai. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Quando Tabriz aprì gli occhi, la burana era cessata. Solo poche cortine di sabbia filavano all’orizzonte, ondeggiando lentamente, ora allargandosi ed ora stringendosi ed il cielo era tornato limpido.

Tutt’intorno a lui regnava un caos: dune di sabbia sventrate, monticelli mozzati, sterpi ammonticchiati alla rinfusa, strappati chi sa mai dove, mucchi di pietruzze, stracci provenienti forse da tende strappate a chissà quante diecine di miglia di distanza.

Tabriz guardò il sole che era rosso come un disco di metallo incandescente e che era prossimo al tramonto, si tastò le costole tutte ammaccate, poi girò all’intorno gli occhi, ripetendo con voce angosciata:

— E Hossein?.... E Hossein? —

Quantunque provasse un vivo dolore ad una gamba, si era messo a correre affannosamente attraverso le dune che la grande tromba di sabbia aveva formate nello spezzarsi.

— Padrone!.... Padrone! — gridava come un pazzo, mentre si soffregava gli occhi infiammati dalla sabbia.

Un grido rauco gli rispose ad un tratto. Era partito da un monticello di sterpi e di pietruzze.

— Signore! — esclamò Tabriz, scavalcandolo precipitosamente.