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Pagina:Le aquile della steppa.djvu/225

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Nella steppa della fame. 219

La belva, quasi l’avesse compreso, gli soffiò contro, dimenando la testa e raggrinzando il naso.

A un certo momento fece un salto aguzzando gli occhi.

— Ha udito qualche rumore, — disse Karaval. — Che siano il nipote del beg e Tabriz che si avvicinano? Sarebbe già tempo. —

Il ghepardo continuava ad ascoltare, dando segni evidenti d’inquietudine. Ad un tratto spiccò un secondo salto evitando d’internarsi nel cespuglio, ma subito risuonarono due detonazioni, una a breve distanza dall’altra.

Karaval lo vide ripiegarsi due volte su sè stesso, poi allungarsi senza fare più alcun moto.

— Grazie, miei signori! — gridò il bandito attraversando velocemente lo stagno e salendo la riva. — Mi trovate fresco come una rosa e anche ben bagnato.

— E con quanta paura indosso? — chiese Hossein, comparendo assieme a Tabriz, colle pistole ancora fumanti in mano.

— Nemmeno una briciola, mio signore, ve l’assicuro, — rispose Karaval. — Il ghepardo non poteva assalirmi e mi trovavo come entro una rocca forte.

— Ti aveva assediato per bene però, — disse Tabriz.

— Questo è vero, signore, e la pazienza cominciava a scapparmi. Sospettavate che qualche brutta avventura mi fosse toccata?

— Credevamo anzi di non trovare più che il tuo scheletro, disse Hossein.

— Tutto va bene quando le cose finiscono bene, — sentenziò gravemente il bandito. — Dissetatevi, miei signori; è acqua di sorgente questa e non ne berrete di così buona nella steppa della fame.

— E berremo anche la polvere che avevi indosso, — aggiunse Tabriz.

— La colpa non è mia, signore. Non potevo lasciarmi divorare come un pasticcio, per lasciarvi l’acqua pura.

— Non siamo schifiltosi, — disse Hossein.

Si dissetarono abbondantemente, tuffando avidamente le labbra semi-arse nella freschissima acqua, poi tutti e tre fecero ritorno all’improvvisato accampamento, senza più occuparsi del ghepardo che d’altronde non meritava gli onori d’uno spiedo, essendo la carne di quelle belve coriacea e di pessimo sapore.

Tabriz, durante l’assenza del bandito, era riuscito a scoprire,