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Pagina:Le aquile della steppa.djvu/78

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72 Capitolo ottavo.

scorta del beg, che era giunta felicemente colla carovana, avevano fatti i preparativi per le nozze. Immense tavole erano state disposte dinanzi alla casa pel banchetto notturno ed un numero infinito di caldaie erano state allineate sul margine della steppa, piene di pezzi di montone.

Tutto il giorno i cuochi, improvvisati, non avevano fatto altro che scannare animali e mungere le cammelle, affinchè tutti gli ospiti potessero mangiare a crepapelle e bere a sazietà e poter vantare dovunque la ricchezza e la generosità del vecchio beg, di Hossein e della sposa.

Quello però che pel momento maggiormente interessava tutta quella gente era la caccia col falco, che doveva aprire la festa, poichè tutti i turchestani sono appassionatissimi per tali divertimenti.

Quattro gazzelle, animali velocissimi, più agili dei cervi e dei caprioli, dovevano fornire la preda ai rapaci volatili di Abei.

Uno squillo di corno, lanciato dallo scudiero, avvertì che gli ospiti si erano disposti su due immense file sulla fronte della steppa, trattenendo a stento i loro piccoli, brutti, ma ardenti cavalli, che la caccia alla quale dovevano prendere parte anche i fidanzati, stava per cominciare.

La porta maggiore della casa di Talmà si era aperta, e pel primo era comparso Abei, sfarzosamente vestito, montato sul suo bellissimo cavallo e tenendo sul pugno sinistro, coperto da uno spesso guanto, il suo falcone favorito.

Subito dopo erano usciti Hossein e Talmà, seguiti dal vecchio beg e da Tabriz.

Il primo indossava uno splendido costume persiano di seta bianca, con grandi cordoni ed alamari d’oro e sul berrettone conico un pennacchio ornato di diamanti e di smeraldi; Talmà invece aveva il suo vestito da sposa, che risaltava vivamente sulla candida giumenta che le serviva da cavalcatura.

Aveva i capelli divisi in due grosse trecce, che le ondeggiavano sulle spalle e che contornavano splendidamente il suo visino bianco-rosa, allungate artificiosamente con spighette formate da peli di cammello e intrecciate con mazzolini di bellissime perle di Bahrem.

Sul capo portava una specie di tiara d’argento dorato, adorna di turchesi, assai alta, un vero edificio, coperta in parte da un