Pagina:Le aquile della steppa.djvu/90

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84 Capitolo nono.

— A cavallo! — tuonò in quel momento una voce.

Era Hossein. Il bravo giovine, quantunque fosse stato scaraventato a dieci passi dal suo cavallo, non aveva riportata alcuna ferita essendo le erbe, in quel luogo, altissime e anche foltissime.

Venti o trenta uomini, quasi tutti Sarti, quindi fedelissimi, che avevano potuto trattenere a tempo i loro cavalli, avevano risposto prontamente all’appello.

— Eccoci, signore!...

— Diamo addosso a quei banditi! — gridò Hossein, che pareva impazzito. — Su, in sella, avanti senza tregua!...

La mia Talmà!... Bisogna che li uccida tutti!... A me, Tabriz! —

Il gigante era già in piedi; ma appena montato in sella il suo persiano gli era caduto sotto, mandando un nitrito doloroso.

— Signore, non posso! — esclamò con terrore. — Il mio povero animale si è spezzato le gambe anteriori.

— A me, zio!... A me, Abei! — gridò Hossein. — Distruggiamo quei miserabili! —

Il beg aveva fatto un gesto disperato. Il suo cavallo al pari di quello di Tabriz si era rotte le gambe nella caduta.

— Avanti, nipoti! — gridò poi.

I venticinque o trenta cavalieri si slanciarono dietro Hossein, urlando ferocemente: — Ammazza!... Ammazza!. —

Ma le Aquile della steppa erano troppo lontane, per avere qualche speranza di raggiungerle.

Approfittando di quel colpo maestro, dovuto a parecchie funi tese abilmente un po’ al di sotto delle cime delle erbe, i banditi avevano ormai guadagnato più d’un chilometro e filavano, a corsa sfrenata, attraverso la steppa infinita, risalendo verso il settentrione.

— Abei, — disse il beg, vedendo che non era ancora salito in arcione, — che cosa fai? —

Il giovine stava per rispondere, quando alcune scariche risuonarono in lontananza.

— Padre; — disse Abei, — assalgono i Sarti!... Andiamo a dare una lezione a quelle canaglie, così mio cugino non avrà nemici alle spalle. Sbarazziamogli la via.

— Un doppio attacco, — mormorò il beg, mentre i suoi occhi avvampavano d’ira. — Ah!.. È troppo!... Bisognerà sterminare quei banditi!... Tabriz, un cavallo!... —