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Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/147

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miglioramento del popolo, a cui si giungerà coltivando l’educazione della donna con particolare preferenza perchè è quella che ci darà la scuola in ogni famiglia. Non vogliamo dubitare, ne abbiamo segni non dubbi, nel propagarsi che fa quest’idea d’associazione in molte parti d’Italia, ma con scopo sempre o troppo ristretto e provinciale od in luoghi non molto acconci ai progetti; e però mentre lodiamo le Società provinciali di Milano, di Venezia, di Siena, la Società italiana dei bibliofili in Genova ideata dal professor Bianchi con apposito giornale, gli antichi propositi del Comizio vogherese, la Biblioteca spoletina e il Monitore delle Biblioteche popolari compilato dal suo egregio direttore, vorremmo soltanto che, operosi apostoli come sono, s’intendessero per questo scopo il Luzzati, il Larcher, l’Amati, il Celesia, il Valli, il Morandi, il Bevel, il Banchi, il Pècile, il Piolti de’ Bianchi, l’Errera e tanti altri che potrebbero consociare moralmente le forze senza sacrificare interessi locali.