Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/29

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tova, Cremona, Macerata, Napoli, Caserta, Perugia, Genova, Caltanisetta, Ferrara, Belluno, stanziarono dei premi e dei sussidi.

Il Ministero già dal 1866, sussidiando la Biblioteca pratese, aveva consacrato il principio della utilità dell’apostolato del libro e fino al 1868 non mancò di dare molti altri consimili incoraggiamenti; con circolare 7 giugno 1867 il ministro Coppino invitava il giornalismo a far menzione dei migliori, libri popolari, e con decreto del febbraio 1868 si proponevano dal ministro Broglio due premi di lire 500 ed altri minori per rimeritare con questi le istituzioni che dessero i migliori frutti, era una bella gara aperta così fra le Biblioteche popolari del Regno.

Più tardi l’Associazione Italiana prometteva pure distribuire dei buoni libri a quelle Biblioteche che più ne abbisognassero; e infatti più d’una ebbe invio e promessa di buoni volumi.

Voghera (Pavia).

Ai primi del 1866 erasi formato in Voghera a cura di quel Comizio agrario, e per nobile iniziativa dell’infaticabile cavaliere avvocato Valli sottoprefetto, come un centro di propaganda che proponendosi di affidare al sindaco ed al maestro di scuola queste biblioteche, ne propagava ben più di 80 col titolo di Biblioteche Comunali Principe Oddone.

Noi ne daremo un’esatta statistica dopo aver parlato delle altre che si fondarono per libera iniziativa privata nelle principali città del Regno.

Asso (Como).

Devesi all’egregio maestro Eugenio Prina l’aver aperto una Biblioteca popolare circolante