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margine d’un esemplar da lui posseduto delle Cento Novelle antiche; e di là furono poi trascritte da mano ignota in quello del Farsetti, siccome rilevasi da una nota scrittavi in un de’ riguardi del libro. Saranno forse state buone per lui: ma in quanto agli altri, io non vedo a che potessero mai esser giovevoli nella lettura di queste Novelle.
D’ornamento incomparabilmente maggiore a questa ristampa sarebbe stata la giunta di quelle sette Novelle antiche le quali il chiarissimo Poggiali annunciate avea come inedite nel primo tomo della sua Serie de’ testi di lingua, se tali effettivamente esse fossero state. Ma egli avviene anche agli uomini più prestanti
nel secolo XVI con questo titolo: Novelle tre dell’Ingratitudine, dell’Avarizia e dell’Eloquenza, del qual libro un esemplare, esistente nella Raccolta de’ Novellieri posseduti dal conte Anton Maria Borromeo, fu venduto a Londra sette lire sterline e mezzo. Furono ivi dipoi ristampate nel 1814 in un libro di Novelle scelte rarissime del quale si tirarono soltanto cinquanta copie.