Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/34

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restare lo cavaliere. E la domanda sua si era di cotale maniera dinanzi ad Alessandro: messere, io trovai costui in cammino: domanda’lo ove andava, e perchè. Dissemi, che ad Alessandro andava, perchè li donasse. Con lui feci patto. Dona’li, et elli mi promise di donare ciò che Alessandro li donasse. Onde elli hac rotto il patto; ch’ha rifiutato la nobile città di Giadre, e preso li marchi. Perch’io dinanzi alla vostra signoria addomando, che mi facciate ragione, e soddisfare quanto vale più la città ch’e marchi. Allora il cavaliere parlò, e primamente confessò i patti; poi disse: ragionevole signore, que’ che mi domanda è giocolare, et in cuore di giullare non puote discendere signoria di cittade; il suo pensero fu d’argento e d’oro. E la sua intenzione fu tale. Et io ho pienamente fornita la sua intenzione. Onde la tua signoria proveggia nella mia diliveranza, secondo che piace al tuo savio consiglio. Alessandro e suoi baroni prosciolsero il cavaliere, e commendaronlo di grande sapienzia.


Come uno re conmise una risposta a un suo giovane figliuolo, la quale dovea fare ad ambasciadori di Grecia.


NOVELLA V.


Uno re fu nelle parti di Egitto, lo quale avea un suo figliuolo primogenito, lo quale dovea portare la corona del reame dopo lui. Questo suo padre dalla