Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/58

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camminaro gran tempo. Giunsero in corte. Trovaro lo ’mperadore e suoi baroni, ch’ancor si dava l’acqua la quale si dava, quando il conte n’andò co’ maestri. Lo ’mperadore li facea contare la novella; que’ la contava. I’ ho poi moglie. Figliuoli hanno quarant’anni. Tre battaglie di campo ho poi fatte; il mondo è tutto rivolto: come va questo fatto? Lo ’mperadore li le fa raccontare con grandissima festa a’ baroni et a’ cavalieri.

Come allo ’mperadore Federigo fuggì uno Astore dentro in Melano.


NOVELLA XXII.


Lo ’mperadore Federigo stando ad assedio a Melano, si li fuggì un suo astore, e volò dentro a Melano. Fece ambasciadori, e rimandò per esso. La potestade ne tenne consiglio. Arringatori v’ebbe assai. Tutti diseano che cortesia era a rimandarlo, più ch’a tenerlo. Un melanese vecchio di gran tempo consigliò alla podestà, e disse così: come ci è l’astore, così ci fosse lo ’mperadore, che noi lo faremmo dissentire1 di quello ch’elli fa al distretto di Melano. Perch’io consiglio che non li si mandi. Tornaro li ambasciadori, e contaro allo ’mperadore, siccome consiglio n’era te-

  1. dissentire; sentire il contrario, cioè pentirsi dipoi di quello che s'era fatto.