Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/81

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dissero: questo non è giuoco. Andaro ad una villa dell’uno, ove avea bello castelletto con fosse e ponte levatoio: puosersi in cuore di fare quivi il verno. Un die v’andò messer Polo con buona compagnia, e quando ellino vollono entrare dentro, elli levaro il ponte. Assai puotè dire, che non vi entraro. Ritornaro indietro. Passato il verno, ritornaro alla cittade. Messer Polo, quando elli tornaro, non si levò, e que’ ristettero; e l’uno disse: o messer, per mala ventura, che cortesie sono le vostre? quando i forestieri giungono a città, voi non fate onore loro? E messer Polo rispose: perdonatemi, messere, che io non mi levo, se non per lo ponte che si levò per me. Allora li cavalieri ne fecero grande festa. Morio l’uno de’ cavalieri, e quelli segaro la sua terza parte della panca ove sedeano, quando il terzo fu morto, perchè non trovaro in tutta romagna niuno cavaliere che fosse degno di sedere in suo luogo.


Qui conta bellissima Novella di Guglielmo di Bergdam di Provenza.


NOVELLA XLII.


Guglielmo di Bergdam fue nobile cavaliere di Provenza al tempo del conte Raimondo Berlinghieri. Uno giorno avvenne che cavalieri si vantavano, e Guglielmo si vantò che non avea niuno nobile uomo in Provenza, che non li avesse fatto vuotare la sella, e