Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu/364

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capitolo settimo. 337

simo ma devoto criterio, l’ajuti a illuminare quella coscienza che forse s’è un po’ turbata, un po’ oscurata nei tentennamenti, nelle battaglie dei giorni passati? Nessuno, contessina, è tanto santo da credere ciecamente alla coscienza propria, rifiutando i lumi e i suggerimenti dell’altrui. —

— Parli pure, parli pure, padre: io son qui per ascoltarla, e per confessare che avrò torto quando ne sia persuasa.

— Mi dicevano che è stupida! — pensava l’ottimo padre: — altro che stupida! Mi accorgo che avrò una stizzosa gatta da pelare, e bravo se ci riesco!

— Or dunque — soggiunse egli a voce alta — ella saprà prima di me, che l’obbedienza è la prima legge delle figliuole coscienziose e timorate di Dio. Onora il padre e la madre se vuoi vivere lungamente sopra la terra; lo disse il medesimo Dio, ed ella finora ha sempre messo in pratica questo divino precetto. Ma l’obbedienza, figliuola cara, non soffre eccezioni, non cerca nessuna scappatoja; l’obbedienza obbedisce, ecco tutto. Ecco la coscienza come l’intendiamo noi, poveri ministri dell’Evangelo. —

— E così pure l’intendo anch’io; — rispose umilmente la Clara.

— Che l’avessi persuasa a quest’ora? — pensò di nuovo il reverendo. — Non me ne fido un cavolo davvero. — Tuttavia fece le viste di crederlo, e alzando le mani al cielo,

— Grazie, diletta figliuola in Cristo! — sclamò — grazie di questa buona parola; così per questa strada d’abnegazione e di sacrifizio si tocca l’ultimo grado della perfezione, così si potrà persuadere con suo grande vantaggio che la potrà diventare ancor più eccellente sposa e madre di famiglia, che non fu fino ad ora buona e costumata figliuola... Oh non durerà una grande fatica, la si assicuri!... Uno sposo, quale fu destinato a lei dal cielo, non è sì facile trovarlo al giorno d’oggi! L’ho educato io, contessina; io l’ho formato colla midolla più pura del mio spi-