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490 | le confessioni d’un ottuagenario. |
fa!... Adesso raccolgono quello che hanno mietuto. Ma ho il conforto di vedere che il peggior danno non vien loro da’ miei soldati... Bergamo, Brescia e Crema hanno già divorziato da san Marco; e quella stupida e fraudolenta oligarchia s’accorgerà finalmente che i loro veri nemici non sono i Francesi. L’ora della libertà è suonata; bisogna levarsi in piedi e combattere per essa, o lasciarsi schiacciare. La Repubblica francese porge la mano a tutti i popoli perchè si rifacciano liberi, nel pieno esercizio dei loro diritti innati e imprescrivibili. La libertà val bene qualche sacrifizio! Bisogna rassegnarsi. —
— Ma, cittadino generale; io non parlo di rifiutarmi a nessun utile sacrifizio per la causa della libertà. Soltanto mi sembra che il martirio d’una vecchia contessa... —
— Ve lo ripeto, cittadino; chi ha esacerbato l’animo de’ miei soldati? chi ha volto contro di essi il talento dei preti di campagna e dei contadini?... È stato il Senato, è stata l’Inquisizione di Venezia. Non dubitate che giustizia sarà fatta sopra i veri colpevoli... —
— Pure, mi parrebbe che un esempio per ovviare a simili disordini nel futuro... —
— L’esempio, cittadino, i miei bersaglieri lo daranno sul campo di battaglia. Non dubitate. Giustizia sarà fatta anche sopr’essi; già non pretendereste che li ammazzassi tutti!... Or bene; saranno nella prima fila; laveranno col loro sangue e a pro della libertà l’onta della colpa commessa. Così il male sarà volto in bene, e la causa del popolo si sarà avvantaggiata degli stessi delitti che la deturparono!... —
— Cittadino generale, vi prego di osservare... —
— Basta, cittadino: ho osservato tutto. Il bene della repubblica innanzi ad ogni cosa. Volete essere un eroe?... Dimenticate ogni privato puntiglio e unitevi a noi, unitevi con quegli uomini integri e leali che fanno anche nel vostro paese una guerra lunga, ostinata, sotterranea, ai privi-