Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/538

Da Wikisource.
530 le confessioni d’un ottuagenario.

— Allora ti dirò che la Pisana non mi sembra cogli altri la stessa che si mostra con noi: e che quando non la si tien d’occhio, cambia subito maniere che è una meraviglia, sicchè ho gran paura che tutte le sue belle doti non sian altro che fintaggini, e....

— Anche questa mi toccava sentire!... Oh povera me!... Povera figliuola! Tu sì che hai proprio il diritto di accusarla!... Tu che infatti la curi molto! Non ti trovi con noi in mezzo alla gente due volte l’anno, e vuoi insegnare a me che sto con essa da mattina a sera, che non l’abbandono mai nè col pensiero nè cogli occhi!!!...

— Ti dirò, Aquilina!... tu stai sempre con lei; ma ti piace molto il conversare, e non l’abbandonerai forse col pensiero, ma cogli occhi ti assicuro che la abbandoni sovente. Io certo non vengo con voi tutti i giorni perchè la conversazione di casa Fratta nè quella di casa Cisterna si affanno al mio gusto, ma quando ci vengo, siccome con quelle persone non ho voglia d’intrattenermi, ho tutto il tempo di osservarla. Fidati di me; e credi che hai voluto farne una santa ma che se la continua a quel modo ne avrai fatto invece una civetta sopraffina!

— Oh Madonna santissima! Ti prego, vammi fuori dei piedi e non bestemmiare!... La mia Pisana una civetta!...

— Zitto, zitto, per carità, Aquilina, che non la ti senta.

— Eh che non importa nulla!... E non c’è pericolo che ella c’intenda nulla di tali nefandità!... Ho capito già; tu non le vuoi alcun bene a quella ragazza: vorresti degli omacci duri e sconoscenti come Luciano, o qualche pazzerello come quel povero Donato, che tu solo hai condotto al precipizio. Ma i giovani discreti e affettuosi, le fanciulle oneste e dabbene non ti si convengono per nulla... Hai proprio ragione di dire che sei un giacobino incorreggi-