Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/67

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capitolo decimosecondo. 59

la religione è in pericolo?... Ma che ha a far tuttociò colle promesse ch’io ebbi da voi?... Clara, pensate che il primo precetto e il più sublime del Vangelo vi comanda di amare il vostro prossimo. Ora come prossimo, nulla più che come prossimo, io vi domando non pietà solamente, ma giustizia!... Vi domando che vi ricordiate dei vostri giuramenti, e che non vi facciate un merito presso a Dio di essere spergiura!... Dio abborre e condanna gli spergiuri; Dio rifiuta i sacrifizii offerti a prezzo delle lagrime e del sangue altrui!... Se volete sacrificarvi, or bene sacrificatevi a me!... Se non come felicità accettatemi come martirio!... —

La Madre Redenta tossì romorosamente per guastare l’effetto di queste parole, recitate da Lucilio con un furor tale di disperazione e di preghiera che spezzava l’anima. Ma la Clara si volse a lei rassicurandola con un gesto, indi levato uno sguardo al cielo non temè di avvicinarsi a Lucilio, e di mettergli castamente una mano sulla spalla. Il povero sapiente indovinò tutto da quello sguardo, da quell’atto, e sentì col cuore lacerato di non poter seguire in cielo quell’anima che gli sfuggiva, beata nei propri dolori. — Ma perchè, perchè mai, o Clara? — proseguì egli senza pur aspettare ch’essa dichiarasse il senso terribile di quei movimenti. — Perchè volete uccidermi mentre potreste risuscitarmi?... Perchè vi dimenticate dell’amore santo eterno, indissolubile, che m’avete giurato?

— Oh quest’amore, più santo, più eterno, più indissolubile di prima, ve lo giuro anche adesso! rispose la donzella. — Soltanto le nostre nozze siano in cielo, poichè sulla terra Iddio le proibisce ai suoi fedeli!... Ve lo giuro, Lucilio! Io vi amo sempre, io non amo che voi! Quest’amore ho potuto purificarlo, santificarlo, ma non potrei strapparmelo dalle viscere senza morire! Da ciò appunto vedete se la mia vocazione è vera e tenace. Vi amerò sempre, vivrò sempre con voi in comunione di preghiera e di spirito. Ma