Vai al contenuto

Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/109

Da Wikisource.

― 101 ―

lOl

giovinezza languiva miseramente. La consueta malinconia disparve: nell’attesa del giorno faustissimo, io rivissi la vita rumorosa e gaia della mia adolescenza. Era donna oramai: avevo ventiquattro anni! E pure mi sentiva tornata bambina, esuberante e chiassona come in convento.

E il giorno giunse. — E l’esuberanza e la gaiezza della collegiale ricaddero, di un tratto. Tu eri il primo uomo, che entrava nella mia vita: nessun uomo giovane — e neppur, quasi, vecchio i — io aveva veduto varcare la soglia della mia prigione. E quando ti vidi, biondo come una spiga, sottile come un giunco, con i grandi occhi sognanti e l'alta fronte del pensatore, io restai schiacciata di stupore e di commozione. Tu ti avanzasti verso me, a braccia tese, sorridendo, sotto i piccoli baffi di seta ... ma io non osai muovermi. Restai inchiodata in mezzo al salotto, in apparenza immobile come una statua, ma, nell’intimo, tremante come una fronda.

Tu mi parevi così bello! Già, sin d’allora, il fascino della bellezza mi turbava; quel fascino,