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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/151

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Ma non appena mi vi fui chiusa, io mi guardai d’attorno, come un sonnambulo, svegliato a mezzo di un viaggio sui tetti, deve guardare attorno a sé il vuoto che lo circonda. Stupore e paura insieme mi tenevano inchiodata in mezzo alla stanza. E come?... Io aveva udito da mio marito una cosa simile?...

Sull’argomento non tornammo più, apertamente. Tu, forse, comprendesti di esserti spinto tropp’oltre — ed, in seguito, ti contentasti di accennare al progetto come ad un grazioso assurdo, che non sarebbe stato spiacevole tradurre in realtà.

Per mio conto, stentai un pezzo a rimettere in carreggiata i miei pensieri — addirittura fuorviati. Ricordo che, per molto tempo, rimuginai fra me la prospettiva, con il proposito di vedere se, in fondo — poich’eri tu ad additarmela — io poteva adattarmivi, senza suscitare tutte le ribellioni del mio spirito e del mio sangue.

In buona fede e di buona volontà, tentai, anche, qualche mossa pratica.... Avevi detto il vero: le