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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/153

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suo effetto..., che gli sguardi di quell’uomo mi scorrevano la persona... che, un cenno ancora, ed egli avrebbe parlato..., io fuggiva a precipizio, strozzando un urlo di terrore, come se avessi veduto un leone farmisi addosso.... Ed erano invece, per lo più, dei poveri spennacchiati barbagianni!

In verità, Carlo, io non ho mai potuto assuefarmi a quella tua idea — di una sensualità, così pervertita e di una condiscendenza, così speculatrice. La povertà, sì — la miseria anche. Nessun vestito — nessun gioiello — pane asciutto. Ma quella cosa lì — no, no, no — assolutamente no! Tutte le mie viscere si sollevavano, come un popolo in rivolta, furiose ed incomposte, al solo vedere lo spettacolo fangosissimo — Tu sai ch’io ho la immaginazione fotografica!

E pure — quando si muore si può ben dire la verità, finalmente! — tutte queste mie ribellioni non erano già mosse dalla rigidezza delle mie virtù coniugaH. Oh no!... Troppe cose odiose erano precipitate fra te e me — anzi erano sempre state, fino dal giorno in cui ti conobbi —