Vai al contenuto

Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/170

Da Wikisource.

— 162 —

zuola scarlatta! Vedere un vecchio sollevarsi confortato nel suo lettuccio ed una madre drizzare, in un impeto di gioia il volto, già chino ansiosamente sul figliuolo malato! Oh profonda e sentita religione dell’anima mia, vera e schietta propensione di tutto il mio sentimento! ...

Dinanzi all’orribile canile, su cui la povera madre, distrutta dalla miseria e dal miasma, singhiozzava le proprie pene e quelle delle piccole creature, che l’attorniavano, noi ci sentimmo fratelli, don Flaminio, uniti, più che dal sangue o dal dogma, dal fervidissimo nodo della pietà umana ... e voi, da quel giorno mi voleste bene, molto bene ... Troppo, forse, perchè io doveva poi farvi soffrire tanto ... né, ahi, di darvi pena io ho ancora finito! ...

Ma come avreste mai potuto supporre che quella fanciulla, non ancora ventenne, recente allieva di monache, così zelante addobbatrice di chiese, così fervida soccorritrice di miserie, sarebbe stata la più tiepida, anzi la più ribelle anima di neofita, che fosse caduta mai sotto la vostra mite giurisdizione? ... Come avreste mai potuto supporre —

J