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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/248

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contro gli errori femminili, per non tremare, esitante, sulla soglia che, dalla vita sociale e morale quale si crede debba essere, mette nella vita morale e sociale qual'è.

Invano, dunque, oltre la soglia mi richiamava il bagliore di quella gran cupola dorata, sotto cui — voi troneggiavate come un iddio; invano le vostre braccia e le vostre labbra mi si mostravano, come i più sacri misteri ed i riti più dolci di quella religione .... Io esitava, io tremava, io lottava, con la coscienza più retta di adoprarmi per la mia salvazione.

E, forse, non mai io sarei stata vostra, né d’altri, se un giorno, tremendo nella memoria come una ferita vergognosa, io non avessi sentito, vive e tangibili, la mia anima e le mie viscere sollevarsi, ed esalare in grida folli tutta la loro ribellione. Che cosa era accaduto? ... Io non ricordo neppur più l’incidente. Forse una piccola cosa, forse un piccolo urto imponderabile. Ma esso veniva a colmare la misura, ormai esuberante, della pazienza, e darmi l’ultima spinta verso la prote-