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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/251

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dei più spiritosi sfioratori di quistioni, e mi sono lasciata andare ad un ardore oratorio, che avrà potuto parervi, per lo meno, intempestivo. Non son io presso a morire? ... O dunque? ... A che prò recriminare, a che prò arrampicare sullo specchio del passato? ... Tanto, ciò che è stato è stato, e se io ho avuto la sfortuna, od il torto, di rimanere sconfitta, malgrado tutti i miei belli slanci di sdegno, segno è che le mie proteste mancavano del merito primo: quello di essere udite e di saper raccogliere proseliti.

Riprendiamo, dunque, la narrazione. Voi, caro Riccardo, non volete dalle donne, né diatribe né teorie, perchè, sì le une che le altre, violente od aride, non hanno virtù di abbellire di un sorriso quelle labbra, che voi amate tanto sorridenti e protese verso le vostre, nella ghiottoneria di un bacio di dolcezza.

Riprendiamo, dunque. L’episodio, per quanto postumo, non é privo di fascino e quel giorno è segnato con troppo dorato asterisco, nel romanzo delle rispettive nostre esistenze, perché