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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/277

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lore dei quadri. E che cosa vi risposi io? Certo, altrettante cose insignificanti.

La voce nostra ebbe, essa, qualche suono più significativo, o rese essa più avviluppante il fascino delle nostre persone?... Io non m’alzai per partire e voi sedeste accanto a me, anziché alle mie spalle. E parlammo ancora, o, meglio, parlaste. Con parole, non chiare certo, ma che si indovinava celare molto dolore, accennaste alle sventure della vostra casa — i genitori morti, nessun fratello, lontani parenti sconosciuti — alla vostra solitudine nel mondo, neppur confortata di ricchezza. Mi diceste il dubbio del vostro avvenire — un troppo arduo sogno d’arte — e del presente tormentato di angustie.... Io vi ascoltava commossa, già presa da quell’incanto di pietà, da quel bisogno di soccorrere, che è stata sempre la parte più vulnerabile dell’essere mio. Voi mi sembravate così delicata cosa!.. Un fiore, appena sbocciato, su cui qualche brutto insetto si accanisse in un lavorìo di distruzione. E già entro me si agitava l’istintiva impazienza di