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Pagina:Le confessioni di una figlia del Secolo (1906).djvu/312

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Strano e pure bello — ed inesorabile, come un ordine del Fato — il nostro romanzo. Tu, certo, ne rivivi ora le prime fasi, nel mentre la triste lettera di morte ne rievoca, con tutta la tormentosa lucidità di un estremo addio, i giorni, le ore e gli attimi, e su essi addensa tutta l’ultima energia di un ricordo, che sopravviverà alla morte.

Ora, ch’io penso a questo nostro breve e strano romanzo — io sento che esso ha compreso tutta la mia esistenza, tanto l’intensità sua ultima si è distesa ed ha avvolto anche il passato. Ora, che tu sei nella mia vita, con la saldezza di una padronanza assoluta, io sento che tu, nella mia vita, sei sempre stato, egualmente signoreggiatore. A traverso questo presente, che è tutto pieno di te, io non distinguo se non in confuso, anzi non vedo quasi, il mio passato, in cui tu tangibilmente non eri, ed altri erano in-