Pagina:Le dicerie sacre.djvu/133

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114 La Pittvra la luce di Dio ,&degli Angioli; Erfe l'altra gittata al fondo del mare, fù cauata fuor dell’- onde per gran ventura, qu.-fta perduta trà i flutti ddi'Herefie, fu ricuperata per virtù vo- ftra. Ecosì nobilitato di Collana, & arricchito d'Anello , quali da nuouo Faraone nuo- uo Giufeppe , date occasione d’inuidia a’Pren- cipi del mondo, e di terrore à quelli dell’Inferno . Doni inuero tutti grandi,immenfì, inerti- mabili, e degni d’efTet da voi ricorofeiuti con effetti di partico'ar gratitudine . Ma quel, chc eccedeognfaltro pnuilegio, e fuggella ogni altra dimoftratiene della diuina munificenza, è la Verta purpurea, dico quella Verta, chJio di fopra già vi accennai, bagnata nel fangue del Redentor del mondo. Non sòfe olTeruarte mai la bella allufìone di quella kmofa imprefa di Hettore, laquale era vn Leone à federe con vn manto di porpora intorno. Ma quanro meglio può alla voftraperfona, ò Carlo , ch’à quella d'Hettore, si fatto (imbolo quadrare ? Poiché, fe li Leone è fiera forte,magnanima, e reale, in voi tutte quefte conditiom fi ritrouano J’auan. faggio . Se quello fiede , voisù la fede del voftro pae fico rtato vi ripofate. E fe quefìo fi am, manta d’vna Porpora , voi di quel purpureo lembo vi ricoprite , che fù pompofa fpoglia del vero R,: della gloria, e ricco feminario del fuo falucifero fangue . Entrato Augulio vitto» iiofo n? gl'intimi archiuij, e ne' riporti camerini di Cleopatra doue ella faceua conferua_j delle cofe fue più {'celie , e più dilicate frà Tal. tre fpoglic contano Plxftone , che vi ritrouò il manto d'Aldlandro il grande, ilquale gli fù sì caro, chc ritornato à Roma , volle addobbato