Pagina:Le dicerie sacre.djvu/164

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Di "un II. iff quelle cele (ti lire percoffe da mano angelica J come torto ci prenderebbe obliuione di tutte le terrene dolcezze. Dillo tu Serafico Padre ; à cui ciò fù per (ingoiar pnuilegio conceduto ; dife alla prima tirata d’vn plettro , ad rn fot tocco di poche corde, incapace di tanto conforto, là* guendo di foauità.traboccando di gioia, inne* briato di gloria , tramortito nell’eftafi , (epa- rato da te mede/imo, & impotente à (oftenere con (cntimento mortale vn’immotrale armonia,forti cortrecto à (uenire.e ti la(ciarti palpita* te cadere à terra. Non (ara pili adunque chi neghi, in Patadifo douet'efler la Mufica vera , e reale . & è ben cofa credibile ( degli Angioli parlando Togliamo all'angelica dottrina attenerci) chedopòlarefurrettione de’corpi si come gai nell’Inferno la bertemmia vocale , così in Cielo debba ancora la vocal Mufica ef- fercitarG.SÌ si .ch’egli è »ero,òdel vero Apollo finrflìcne , ebeatilfime Mufe, che de’paflag* gi delle Tortre lire , e de'verfi vortri le contra* drdel celerte Parnafo rifonano . Ma con quella d ffcrenza di Tantaggio , e con quefta dif- fomiglunza di peifettione fopra il noftro il vortrofuono, e’I voftto canto s’auanza , che noi Tappiamo folo mirare le note , e querte fono le creature fenfibdi, dalle quali vna ofeura , & imperfetta congettura di conofc/metito fi ttahe . Voi cantate le parole , percioche co- nofeendo, mercè del lume della gloria , più pienamente Iddio, megl o di noi lo lodate. Noi cantiamo tirubando per l’incertezza del noftro fiato dubbiofo, ilquale èfempre in pericolo di rou'na . Voi canrate la vortra parte ficuti, percioche non temete di potete erta* G 6 le