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Pagina:Le dicerie sacre.djvu/219

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no La MvstCA «'(firn* c hoggi nel tempo della Pallione; E fe meutt’egli vill'ein terta , h;bbefempre grarvj forza U lui parola , grand (Gina è da dire , che n’habbia hoggt mentre morendo pende in_j croce, doue egli con quefta Sampognada fec- te calami dolorofamente contrapunteggiando per fare il fuo canto più alto, vi fparge quanta ' voce hà nel petto. Et vice tm'fit fpiritum. Vero è , che non bada la voce (ola à compir la Mutici. Bifogna ch’ella Sa armonica, e di più che lì accoppi inficine col fuono. Se la voce è gittata a cafo , non è fo» nora ; S’ella è difeompagnata dal fuono , non è perfètta. Quando ella è regolata con miftì* xafeae forma il canto j E quando col fuono fi congiunge , ailhora ne rifulta l’armonia . Sonora , c perfetta da tutre le parti è la Malica del noftro Pan , poiché olye l’hauer vote tanto gentile, quanto detto fi è, la raccoglie in canto, e l’accorda in fuono . Canta il Re* dentor del mondo , e forma cantando vna Mufica non più fentita d’Arnore . Ilehe fù aliai chiaramente molti anni innanzi vaticinato dal Profeta Reale. Cantabile: mihi travi iuHift- cationa tui , ouero ( come legge vn’altra lettera) Cantiate: mafie* futruat mihi fiatata tua in loco pcregrinationii tool . Quafi voltf- fe in perfona di Chrifto inferire . Non è così dolce ali'orecchie altrui vna canzonetta beru» cantata come alle mie ( ò Padre)fù la voce dal tuo commmdimento , quindo mi commettevi l’imprefa de/l’humana redentione ; ni con tanta attendono , e diletto fi fentevm Mufica ben concertata , quanto io afcolrai volentieri ciò chedou:ua quaggiù incontrarmi dj trauaglio-