Pagina:Le dicerie sacre.djvu/231

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ut La Mtsica nò che melodia più (onora riconforterà gK animi noftri. £ che altro fono quelle fante eia» ghe , fe non tante canore bocche , lequa- li a tutte l’hore n’inuitano, e ch'amano a peni» tenzì ì Ma (penalmente dalle labra di quel fianco aperto,che parole fi fentono »fcire da fa^ xe altrui traboccare di tenerezza? Vox cantanti! mfentflr* . Quefta èlafineflra, donde il buon Padre Noè s’affàcciò per vedere s’er* cedaro il diluuio . Quefta èiafineftra , donde il Rè D.uid vagheggiaua tabella Berfabea, Quella c !a firrcftra, dóde la ctlcftc fpofa felice- giìia il fuo caridimo fpofo. Rcfpideni ftr fe. ne fi ras Profpitievs per cancello!, £ quefTaneo.

  • a è la (ìnclita , donde il noftro diuinc Aman.

tccauta a noi le fue facre, & amorofe canzoni. Ma oimè. Vditc ciò che foggiunge il Profèta. Ccrntis in fuptrliminari , In quefto ifledo balcone, doue (là la noftra pura Colomba cantando , e gemendo, fi raggi» ancora il nero , e bratto Coruo del peccato , ilqual crociando , e gracchiando accorda con le fue importune voci l'anima noftra , e la diftorna dai bel "concerto. Impedimento di grandidimo rilieuo ; Nè fi può certo negare, che in quefto diftutbe la fuggdlione del nemico non poffa ailai . Ma conuiene dall'altro canto confettare, f&ecco Ja feconda cagione } che’) noftro confentimen. to deprsuaro dall'vfo , Se habituato nel creale vi kabbta ancora qualche parte . Quante volte rapito dalla dolcezza d’rna Mufica , che di poi te Cotto le fue fineftre fi fà,fi leua vn fonnac- cbiofo dal letto doue giace, e corre ad afcoltar. la,ma finito poi il canto, corna da capo ad adagiarli sù le piumeìEt ahi quante volte il neghic,