Pagina:Le dicerie sacre.djvu/233

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iz4 La Mvsica ga di Chrifto , e prendi in mano la fua Cererà ] Sume tibi cytharam , perche cythara t & lym dulcemfaciunt mtlodixm . Cererà fia la Croce di Chrifto, Lira fia la volontà tua; Oche dolce fuono faranno alle diurne orrechie quelli due_» flromenri concordi ! Non fi poflono ben’ac- cordare infieme lo ftromentodi Dio concjtieC lo di Satanaflo.La ecidi dell*Agnello con quella del Lupo in Tn medefimo liuto vnite fi è per proua olferuato , che non fanno buona confo- «anzi, percioche hanno trà sè dillonanti i primi fondamenti. Non potefiis Deoferuire , cj> Mammon^.E perciò Sutne cytharam,circuì ci- mitatem. Và circondando con vnadiuota,e fol- lecira meditatione la città di Gerufalemme.vifi. ta con i’miaginatione, contempla col penfiero ciafeun luogo , doue pati il tuo Signore , come faccua la Spofa . Surgam, & circuibo ciuit»• lem,per vicos, & piatta* qntram quem diligi! anima me». Cane, beni cane,frequenta canti, tum. Bifogna cantare fpetfo, ma cantar bene, Vna ferenità di mente, rna tranquillità dico» faenza , che la carne non ripugni allo fpirito, che'l feufo non cozzi con la ragione ; lodare Iddio con tutta l'anima , e con tatto il cuore. Quefta è la vera Mufica (pirituale . Così dice Agoftino effaggerando quel verfetto. Pfallite fapienter. Sapitn'-erpfalli t ,qui mentisti- Infirmi one laudai, quia nemo fapienter facit qued ne» bene inteUigit. Imperoche quel cali- ro,che dal cuore non fi muoue, è odiato, e prefo a fchiuo da Dio, ilqual per bocca d'ifaia fe ne lamenta. Pepulus hic Ubijs me honorat,cor autern eorum longe eft à me. Haueua già detto Dauid. Confitebor tibi in cythar« Deus metti : Ma