Pagina:Le dicerie sacre.djvu/238

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Diceria II. ti? gli animi, e più potenti à penetrar ne j>li affitti. Parli incomprouacione di ciò dopo Arifto- leleil Seueriuo Boetio , huomo sì per nobiltà , per fansicà, c per dottrina chiaro, come anche della Mufica ftudiofiflìmo. Pofcia, che egli hebbe con ifqmlira diligenza lungamente di- moftro ( sì come anch' io fin qui mi fono ingegnato di fare ) quanta fiala forza di ella Mufica ,ò che fentenzadi verità , edigrauità ripiena ci lafciòfctitta i Hinc morum quoque ma~ f Mime permutai ione; fttmt, lafciuus qui ppi a-

  • vimus,vel ipfc lafciuioribus delecì/ttHr mvdis,

'.Miei/api tofdtm auditns cito emelìitur,ac fri- gimr. Come più chiaro poteua egli dirlo? Che lo fpirito noftro da canzonelle lutìnghcuoli follecitato fi ammollifee, eli rompe. Se il canto adunque ( come egli dice ) fà mut3rco- I fiumi; Se da elio( come aff ima Seneca) è in- ftigato, e commolìo animo; >e pei elio (come vuol Cicerone))'huomo fi eccita,Se accenda, Se indolcifee.e ]anguifce;ch: or'a degna di toni* mendanone riputar cofa.da cui effetti fi dormano cosi rei ? Che cofa ren eua tan.o il gran Pia* tone alla cittadinanza da lui fon ultime leggi inftituita, fe non che la Mufica ben coturnata, e carta in libera, e Jiceiitiofa non fi cangiato > Qual maggior macchia ftimamegh potere il candoie di quella fua Republ ca contaminare, per cui non iolo la virtù cadetfe , ma le veftigia ancora ne rimaneflero cancellatele nó qual'hc- rarn cantar pienodiIafc>uialapudicitu dell'- amica Mufica cóuertiffe in libidine? Per qual cagione i Lacedemoni,della giouctù accuratiffimi alleuatori, (iella Città per decreto ptiblico di- {cacci aronoT hjmothcoMilc fio^rnufico ucbil.ft. ìftì