Pagina:Le dicerie sacre.djvu/249

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140 La M » s i c a tu si fi in 6gnu sui cotmdicttur.àWlz Simeone. Reccgit»t‘ mm,q«i talem à pcctatoribus aii- Mirjùm [tmttipfum /uftmuit contradiftio. nera, difle Paolo. E quante contradittioni, Id- dio buono ? Che chi ftringe il mondo co'lega- rei de gli elementi, fia llrerto da funi ; Che chi incorona il Sole di raggi.fia incoronato di fj*. ne; Che chi vette le campagne di fiori, fia (pò- gliato de’propri drappi ; Che chi appende la_j aiachina del mondo (opra tre dita , fia fofpefo {opra tte chiodi ; Che chi pafee gli animali di tanti cibi,fia cibato di fiele ; Che chi è fonte d’ acqua viua, dimandi da bere ; Che chi verfa le piogge dal Ciclo,pioua sague dalle ferite. Che più^Che l'altezza s'abbalH.che la grandezzas’ humilij.che la gloria s'intorbidi, che la luce s* offulchi, che la parola ammutifca.che l’eterni- tà s’abbreu j,che l’infinità fi mifuti,che la bontà fia acculata,che la Capienza fia tradita,che 1‘ onnipotenza fia offefa, che la maeftà fia Cchet- nita, che l’innocenza patifca.che la vita mota. Che piò ? Che l’imprigionato allolua.che l’ingiuriato glorifichi, che l’ignudo vefta , che il poueto arricchita, che l'impiagato fani, eh: il crocifillo e traiti, che l’abbattuto vinca,che il debellato trionfi , che l’vccifo immortali. Che piùfChe quefta morte fia «iurta quanto al de- crcto ftabilito dalla Trinità in C'.elo? ingiuftì quanto alla eflecucione , che ne fà la Sinagog» in tetra.Amara dalla parteTietdolore,che l’af- fliggecon torméti incomparabili, dolce dalla parte dell’amore, che gli f i parete le pene leggere^ Coatti. Fruttuofa a’fedeli.e penitenti,*he in virtù di quello lingue fi CaIuano>ftcrile à gl’ increduli,& oftinati, cha calpeftano tanto telò*