Pagina:Le dicerie sacre.djvu/350

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Diceria III, }+r impuniti delitti, nè concedette mai grana per moltiplicare gli errori; ma per d (potre alla e- menda i delinquenti ,& per dare fpatio di cor. rettioneì gli erranti. Prencipe, che nè per loda di lingua adulaci ice fi gonfiò , nè per ingiuria di forte nemica s’auuili ; ma alla prosperiti di qaell'aure fù legno ben guidato, all* auuerfità di queft'onde fùfcoglio ben ftabilito . Prencipe, che meritò con la prudezza il felino, & con la forza il fapete ; con quella non_j lì lafciò rincere , con quello non fi lafciò ingannare . Prencipe , ch’efercitò del pari imperiofamence la maeflà , & magnificamente la liberalità ; quindi fi rendette intrepido con. ero i fuperbi,quinci fplendido verfo gl'impotenti : Guerriero coi, che non dirizzò Io fguardo alla luce dell'oro pec arricchirne Tetano , ma all*fplendoredell’acciaio per armamela perlina ; che tri gli agi delle delirie non effeminò la (pada , ma tri i rifehi delle battaglie fece bellieofo Io feettrù; che non ammolli l'animo lumeggiando fri gl’onj, nè infingardì le membra languendo fri le morbi» dezze, ma fudando fott® il Sole , Se gelando fotto le naui, auuezzolli al pefo dell’armi, & alle fatiche dePa vigilia .Guerriero, che non pugnò perauid'tà d’impero, òper ambicione di plaulo, ma per difendere l'honelU delle leggi, & per accrescere l’auctorità della Croce. Guerriero , che mitigando col rigor» la gratile , e con l'atrrattiua lo fpauento , dimoftroflì fempre quanto amabile all’amico , tanto al nemico formidabile . Guerriero , ch’adoperando tra' fuoiil configlio in pace , &trà gli auuerfari la mano in guerra, fpefea danno di qucftj « & a prò dj quell/, npn che l’oto, i fudo ? I II Giuo.