Pagina:Le dicerie sacre.djvu/400

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Diceria III. j$i la rece cime d'opio, e cipredo, empiendo di lamenti l'aria, e di lagrime il fuolo, vi fi profondono à piedi, e per Dio à man giunte vi chieggo» mercè. Epoche alla miseria dello flato loro infelice non fi muoue la Terra .vogliono prouare, fe (coprendo le piaghenond« portano fquarciaro il feno , pollo no con le lor voci intenerir quefto Cielo. Er infino à quando ( vd te ; Et infino à quando ne lafcierete in si dolorofa, & infbpportabile feruitù languire ò Caualicri magnanimi; Che più s’indugia ad eftinguere quelle fiamme, che non fenza voftro pericolo fi fono in noi apprefe , & à rifiorare que'danni, che per si lunga ftagionc fi fono con biafimeuole trafeuragine per voi (offèrte ? Adunque il zelo dell’edaltar la vera re» ligione ,& il debito di ricuperarci perduti regni^ il defiderio del vendicar le pairare ingiù, rie , e l'a.uertimento del campare i prefenti ri- fchi,& il configlio dello fchifar le future ango.. feie dee cotanto edere in voi arturaro, e meda in non cale,che l'Afia diuenura dell’Europa fu» perba difprezzatrice,debba in noi mefehine ef- fercitare con tanta violenza la fua Tirannide ? E polTìbile, che fatto per tanti fecoli ftupido ii Cnriftiano valore,habbia quaG del tutto cedu. te l’armi, e con l'armi l'ardimento , e con l’ardimento il fenno à gente vile, à miliria difar- mata, à natione ignorante , sì ch'ella habbia non folo predo all'Italia dilatati i confini del foo ingiuftiflìmo imperio , ma fi vada di gior- no in giorno nella fua fiera fignorra per viua forza auanzando ? Potremo forfè noi nel racconto di sì pierofa, e lamenteuole hiftoria fenza lagrime, e fofpirj narrare, e potrete voi fon*