Pagina:Le dicerie sacre.djvu/74

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Diceria I. 6j terna mano! Mutami e/ì color optimtti. Don- que auuicne, ch'io la vegga così pallida, e (colorita , che pare non più dipinta concolori, ma sbozzata col catbone-DfH/ji’*/.» t/l fuper tarlimi facies dui ? Ahi cheque! volto già fere- no , in tj-.tim defilili ant Angeli profpiccre, non fetba più hormai vefìig.o alcuno della fua primiera fembianza. Non tjl ti/pecici,nctf} dt- cor. E fporcata la tela, fon cancellate le linee. Vidimai tumfo non trat nfpcftui . Pittore e- terno tu,che la componetesi bella , vedi hora f: la ricouofci nella fua cangiata forma. Deh qual factilega mano è ftata audace di diffbr* maria,e trasformarla in sì federata guifa? Ma che? Indarno per diftruggere pittura così gentile^ nobile t’affaticafti ò cruddtàGiudaica:an« zi tutte l’ofFefe, tutti gliobbrobrij, gliolcraggi tutti.che le facefti,fortirono effètto a(Tai diuer- fo dal tuo peraetfo intento. Souuengaci di quell’ingeniofo auuenimento fcritturale fe» guiio nella perfona di Dauid il buono . Era_j egli da! fuo potente nemico fieramente perfe- guitato , onde riolto in fuga, e ricouerato in_j cafa, dalla neceflìtà aftretto, prefe partito di fcampare perJa finefha. Et intanto la fua moglie Micol fatto all’ improuifo vii’ ir.uoglio di panni, e di pelli, c compoftaoe vna ftatua à lui molto famigliarne,la mife nel letto à giacere , c fingendo cfTere il marito, che dotmif- fe , con sì fatto ftratagema ingannò i creduli feguaci, i quali penfando d’vccidcre il vero , incrudelirono nel fìmulacro . Perfeguitato era il benedetto Verbo dall’infernale auuer- fario , il qual per mille aftute vie gli teneua fempre alla traccia, Se sì come dal primo