Pagina:Le dicerie sacre.djvu/99

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t A P ! f I V U dilla Natura, ò triini fatti per artifìcio, ma formati con fopranatutal miracolo per opera dello Spirito Santo; non diftemperati conogl'O di lino, ò di noce , ma incorporati con la mirra, C con l’aloè. Non conferttur Indi* colorii hi, me lapidi Sardonico pretiofijfimo, tei Saphno, non adtquabiiur ci topati ai de Atthiopia , me tin&HTumundijftm* componi!ur. Coioti non folo viui, ma vitali,non folo pretiofì, ma inefti- mab'li. Color bianco,e color rodo. Dile&ut meni candidai,& rubicundut . Ecco la biacca,ecco la lacca. Candidai per la diuinità/at- bicundas per l’humanità , candidai per l’innocenza , rubieuduui per la patienza, candidai per la bontà,rubicandai per la caritì,candidai per la verta bianca, rubicandus per la vermiglia , candidai per l’acqu.1 vfcitagli del fianco, rubicandus per lo fangue mefcolato con l'acqua , candidai per la purità della carne , rubi, tnnius per lo color della porpora, onde fù tinca quefta Pittata. Strana racconta/i edere (lata l’origine della Porpora, e ftrana l’auuenru- ra.con cuifù ritrouara. Mentre lungo il lido di Tiro vn Maftino trarrò dall' autdità della fame ricercaua quinci, e quindi di qualche cibo t il cafo lo fpmfe là , doti: era la cocchiglia della Murice; onde fptzzato ilgufciocon le zanne , e mafticaroto con le f mei, al fuo Pa flore ritornò con mufo tinto di toflo di cotal fìore;i| qual profondo, che fangu: fullc il colore , e ferita la tintura, fubitamente v'accorfe ; &veggendo per entro l’acaue rofleggiar vn purpurioo reforo, & in sù la riua diftillare quafi vna liquida fiamma, fpiatiifecretidell'Oftriga, venne di quefto regio licore in notitia. Indi, sì com«_» è co-