Pagina:Le facciate del Duomo di Firenze.djvu/22

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ALTRE FACCIATE DI S. MARIA DEL FIORE



1490. Durante il periodo della facciata di Giotto, e nell’anno 1490 sorse l’idea di rifare la facciata del Duomo, a tal uopo molti artisti di quel tempo fra i quali i due fratelli da Majano, il Verrocchio, Domenico del Ghirlandajo, e Vittorio Ghiberti concorsero con disegni e modelli; ma i giudici uno dei quali era Lorenzo il Magnifico, mandarono la cosa tanto in lungo, che si finì per non parlarne più.

1515. In quest’anno veniva in Firenze papa Leone X, ed in tale occasione Andrea del Sarto e Iacopo Sansovino fecero una decorazione per la facciata del Duomo, che piacque e che si tentò di riprodurla in marmo ma anche quest’impresa andò a vuoto.

1588. In quest’anno che fu quello della demolizione della facciata di Giotto, il granduca Francesco, pensò di rifare la facciata secondo le esigenze di quel tempo, dette incarico quindi a diversi architetti di preparare un disegno, per scegliere poi quello che fosse stato giudicato il migliore. Ne furono presentati molti; e fra i concorrenti, nel cui numero figurava anche Giovanni Bologna, prevalsero Giovanni Dosio e Bernardo Buontalenti. Nacque allora una guerra accanita fra i sostenitori, del disegno, dell’uno, e quelli del disegno dell’altro; e questa guerra si prolungò tanto, che il granduca in quel frattempo mori, ed i suoi successori Ferdinando I e Cosimo II, non vi posero mente, poiché troppo occupati da gravissimi affari. La facciata restò quindi smantellata fino al regno di Ferdinando II, il quale promosse nuovamente l’impresa per la costruzione della Facciata del Duomo.

1590. Nel 1590 in occasione delle nozze di Ferdinando I dei Medici con Cristina di Lorena; fu dal Passignano e dallo Zuccheri dipinto su tela una facciata.

1636. Intanto dal concorso bandito da Ferdinando II; e che suscitò interminabili contrasti fra gli Accademici del Disegno, fu scelto un disegno eseguito da Baccio del Bianco, ed il 22 di Ottobre 1636 si cominciò a lavorare. Dal Vicario Generale in assenza dell’Arcivescovo fu benedetta la prima pietra; ma poi i cittadini, non mostrandosi contenti del lavoro, questi restò nuovamente interrotto. Questa facciata doveva essere composta di tre ordini il primo con pilastri corintii, raddoppiati nei luoghi dei Piloni, e nel vano compreso erano poste delle nicchie. Su questi pilastri una trabeazione percorreva tutta la facciata. Le porte erano sostenute da colonne; la maggiore era incassata in un grande arco, e per decorazione aveva due figure sedute, e nell’alto lo stemma di Casa Medici; mentre sulle due parti laterali vi erano posti due quadri in basso rilievo. Il secondo ordine era Jonico; nel centro della nave maggiore vi era una piccola loggia, in cui era rappresentata l’Assunzione; fra i pilastri alcune finestre, infine al disopra si ripeteva lo stesso ordine di pilastri.